Ciao fratellini abbandonati.
Lo so che ognuno di voi, noi, almeno una volta è stato abbandonato da qualcosa o qualcuno.
Da una ragazza, un ragazzo, da un parente, dagli amici da se stessi. Come i cani sull’autostrada, lasciati li ad aspettare un quasi mai verificato ritorno da parte dell’abbandonante.
Quanto è brutto rinunciare ad un pezzo del puzzle della tua vita, eh?
La rabbia affoga i tuoi pensieri nel sangue e spara a vista alle tue speranze.
I pensieri che non affogano stroncano i tuoi sguardi e le tue parole con falciate di delusione.
Essere lasciati è come essere costretti a combattere una guerra contro un nemico sconosciuto e invisibile, non è facile combattere in queste condizioni.
Inizi a porti 1000 domande e inizi a chiederti quegli stupidi e distruttivi “perché?”.
La risposta non la sai o magari si ma comunque non ti basta, anche perché in certe situazioni tutto non basterebbe.
Quello che la mente crede, l’occhio vede e l’orecchio sente. Quindi se il tuo buco nel puzzle è li e la tua mente non fa altro che pensare a come potrebbe sembrare il tuo quadro con quel pezzo mancante. C’è poco da fare, i tuoi occhi continueranno a cadere in quel buco enorme ed infinito.
La disperazione ti spingere a cercare altri pezzi che possano colmare quel buco, ma è un puzzle perfetto la vita e non ci sono pezzi uguali agli altri.
Inutile cercarne. Si è vero, c’è chi sostiene che chiodo scaccia chiodo, ma a volte restano incastrati entrambi e allora sono davvero cazzi amari.
Tesoro, non cercare un altro pezzo per coprire il buco. Guarda tutto il resto del disegno, di pezzi ne mancano a palate. Concentrati su quelli che ci sono e ti renderai conto che la tua creazione è davvero immensa e spettacolare e poi non dimenticare che quell’ opera d’arte non sarà mai completa, guai lo fosse, la tua vita non avrebbe più alcun senso.
Inizia, quindi, a cercare pezzi da aggiungere al puzzle e non ti curare di quelli che mancano, domani ti dimenticherai di loro anche perché saranno diventati piccolissimi rispetto al tuo poster da parete.
“Peppe! Per te è facile fare il grillo parlante. Vorrei vederti la notte a piangere con i crampi allo stomaco!”.
Non è facile, non lo è per niente, quando uno sta da questa parte del microfono, vive, anche di voi, delle vostre storie e delle vostre esperienze e di conseguenza soffre con voi di tutti i pezzi mancanti.
Tu continua pure a soffrire e a pensare al buco, tanto domani riaprirai gli occhi e ti ritroverai seduto sul tuo divano, di fronte ad un disegno mozzafiato, incompleto ma mozzafiato con un buchino piccolissimo, poi sposterai un pochino lo sguardo e, magari, scoprirai sul tavolo il pezzettino che mancava, la causa del buco.
Allora ti ricorderai di quando alla radio virtuale di un salmone reale avevi sentito James Douglas Morrison dire:”Non innamorarti due volte della stessa persona, perché la seconda volta ti innamoreresti solo del suo dolce ricordo.”
Sarà proprio in quel preciso istante che ti accorgerai di stringere tra le mani una pistola carica.
Allora dovrai solo mirare verso il tavolo e da quel momento inizieranno a chiamarti Joe.
" Jimi Hendrix.